sabato 5 giugno 2010
in brasile si chiamerebbe "saudade"..
ma si legge "saudagi". riassume in una sola parola una dozzina di stati d'animo. è una specie di mal d'anima, che amplifica sensazioni che non puoi trattenere. si annida e si imbriglia ai tuoi sensi, ai tuoi bisogni. si avverte da lontano, prima una piccola impercettibile fitta al cuore, poi ne diventi suscettibile, dopo ancora mescolando la tua scala di valori, ti fa sembrare importante l'inezia e insignificante tutto ciò che è sensato e centrato. scivolando tra le tue fibre ti fa anche stare bene ma è un bisogno allontanarlo da te, guardarlo e imprimerlo con forza sui dei fogli, su uno strumento, su una tela, su un registratore, sulla tastiera del tuo pc. poi quando riguardi cosa questo sentimento ha detto o fatto attraverso di te, ti senti appagata, felice, soddifatta, rinata. come guarita da una febbre improvvisa. è un'esperienza unica, che non lascia tracce di sè se non nel cuore finalmente libero dell'autore e negli spiriti limpidi di chi ama l'arte. qualsiasi essa sia. la saudade è una prova, tra le più dure, tra le più incredibili.
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